La paura di realizzare sé stessi e vivere pienamente

Uno dei più bei miti dell’antica Grecia è il mito di Icaro. Ricordiamolo brevemente. Nell’isola di Creta il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire un labirinto per imprigionare il mostruoso Minotauro, un essere metà uomo e metà Toro. Alla fine della costruzione, temendo che Dedalo ne potesse rivelare il segreto, Minosse lo imprigiona nel suo stesso labirinto, insieme al figlio Icaro. Dedalo non si rassegna a quella ingiustizia e, per fuggire dal labirinto, costruisce delle ali di piume e cera con le quali lui e il figlio si librano in volo. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo in alto, Icaro si lascia prendere dall’ebbrezza della libertà e, avvicinandosi troppo al sole, non si accorge che il calore dei raggi scioglie la cera che tiene insieme le piume. Così precipita in mare perdendo la vita. Questo mito sembrerebbe contenere un monito che ci invita a non osare troppo, suggerendoci che sia allora più conveniente e confortevole rimanere prigionieri nel labirinto della nostra mente, delle continue preoccupazioni, delle convinzioni negative e limitanti su noi stessi, sugli altri e sulla realtà. Se solo pensiamo di renderci liberi, realizzando noi stessi e vivendo pienamente la nostra vocazione e la nostra natura, c’è sempre il rischio di precipitare in una condizione peggiore della precedente. Quindi spaventati dal ricordo di quello che è accaduto al povero Icaro, che precipita per aver osato volare troppo in alto, ce ne restiamo buoni e rassegnati nella nostra piccola comfort zone, barattando la vita con un po’ di false sicurezze. Ma perché invece che prefigurare scenari catastrofici, non trarre ispirazione e coraggio da Dedalo, il vero protagonista ed eroe di questa storia, che utilizzando la propria saggezza e le proprie conoscenze, prima imprigiona il mostruoso Minotauro, ovvero l’uomo in cui prevalgono la parte animale e gli istinti bestiali. E poi riesce nell’impresa di fuggire dal labirinto e dal tiranno che ha provato a rinchiuderlo? Il mito non prefigura mai nessuna conclusione. Spetta come sempre a noi stessi di decidere a quale dei suoi personaggi preferiamo ispirarci.

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