Che cos’è che chiamiamo realtà

Prima o poi dovremo trovare una nuova definizione di realtà, o perlomeno riconoscere che ciò che comunemente definiamo “reale” risulta largamente deficitario. In una scala che parte dal microcosmo e arriva al macrocosmo, o viceversa, la nostra percezione di realtà occupa un segmento infinitesimale. Tutto il resto è fuori dalle nostre possibilità percettive e sensoriali. Con enorme sforzo possiamo allargare il nostro limitato tentativo di consapevolezza con l’ausilio di strumenti che, per quanto sviluppati e accurati, convoglieranno sempre le loro risultanze nell’angusto spazio dei nostri sensi. In questo senso noi ci rendiamo conto del nostro mondo non più di quanto possa fare una formica rispetto all’esistenza di stelle, pianeti e polvere cosmica. E alla luce delle attuali conoscenze è ormai azzardato stabilire che il nostro sia il solo universo possibile. La fisica quantistica ci offre oggi una visione del tutto nuova rispetto a un passato recente in cui le sole leggi regolatrici dell’universo erano quelle della fisica Newtoniana. Il modo in cui noi “pensiamo” noi stessi è sicuramente influenzato da ciò che sappiamo di noi. Da questo punto di vista la scoperta che oltre un certo limite dimensionale la materia non appare più a chi la osserva come tale, ma possa essere considerata energia pura, visibile a volte come “particelle” a volte come “onde”, sconvolge e stravolge inevitabilmente anche l’idea fisica di noi stessi, che di quella stessa energia siamo composti. Che idea della realtà ne viene fuori? Siamo un nulla, che vibra intorno a una sostanza infinitesimale, un nulla organizzato in una forma i cui confini sono altrettanto incerti, dal momento che non esiste alcuna interruzione o intervallo tra la vibrazione che definiamo “noi” e quella di tutto ciò che ci circonda. Tutto questo è difficile da comprendere e metabolizzare per la nostra mente. Ma ciò non di meno è tanto affascinante quanto reale. E la sua comprensione sarà cruciale per gli anni a venire. Perché se noi siamo energia, così come l’universo con cui siamo totalmente interconnessi, è anche vero che viviamo confinati negli angusti spazi della nostra mente e della concezione di universo che ci è comprensibile e familiare. Diversi secoli fa Newton scopriva l’esistenza della forza di gravità e poteva descriverla anche attraverso un’equazione matematica. A quella equazione dobbiamo oggi la nostra capacità di volare con aerei, elicotteri, astronavi. Allo stesso modo quando scopriremo le leggi che regolano l’energia di cui noi e il nostro universo siamo composti potremo utilizzare quelle leggi anche per trascendere quelle del mondo fisico, dello spazio e del tempo.

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