Ti sei reso conto di quante persone si lamentano in questo momento? Sono sicuro che come me ogni giorno hai ascoltato una o più persone che si sono lamentate di quello che non va nel mondo, negli altri e a volte anche in se stesse. D’altra parte chi vuole lamentarsi non ha che l’imbarazzo della scelta. La realtà ci offre infinite occasioni e argomenti sui quali esercitare la nostra voglia e capacità di lamentarci. Ma ci sono due verità che non possiamo ignorare: 1 Lamentarci non cambia le cose di cui ci lamentiamo. 2) Dopo averlo fatto o aver ascoltato le lamentazioni degli altri ci sentiamo peggio di prima. Ma se è così perché continuiamo a lamentarci quando qualcosa non va? E perché ci esponiamo alle lamentele degli altri senza sottrarci a qualcosa che tra pochi secondi ci farà stare peggio? La ragione sta nel funzionamento della nostra mente e negli apprendimenti codificati quando ancora il software della nostra vita era in via di scrittura e programmazione. All’inizio della vita il solo modo che avevamo per ottenere attenzione, sostegno, soddisfazione ai nostri bisogni era il pianto. A nessun neonato verrebbe in mente di chiedere di essere nutrito con una bella risata. Il nostro innato istinto di sopravvivenza ci porta a reagire ai nostri bisogni piangendo perché, quasi sempre, (se così non fosse non saresti qui a leggere questa nota) qualcuno si prenderà cura di noi e farà qualcosa per farci stare meglio. Appena sviluppata la capacità di parlare, il pianto si trasforma in parole (lamentose) e cominciamo a esprimere tutto quello che non va, che non ci piace, che ci disturba o ci fa soffrire, sempre convinti che funzionerà ancora. E’ facile richiamare alla mente la scena di un bambino che si lamenta di non avere quello che vuole in quel momento e di un genitore che, pur di farlo smettere, lo accontenta. Andando avanti nella vita il meccanismo funziona sempre meno. Da adulti è sempre più difficile avere figure di accudimento e le figure di accudimento a cui rivolgere le nostre lamentazioni nella speranza di un cambiamento e di una maggiore soddisfazione possono quindi diventare la famiglia, l’ambiente di lavoro, la società intera e naturalmente la nostra sfera spirituale. Ma questa volta anche se il risultato non arriva, non è facile cambiare attitudine perché la nostra mente spera sempre in quel successo magico che era capace di ottenere anche se la strategia di sopravvivenza adottata a quel tempo oggi non funziona più. Cosa puoi fare dunque. 1) Il primo passo lo sta facendo già, ed è quello di diventare consapevole di come funziona la tua mente e di come reagisce il tuo subconscio davanti a un problema o un ostacolo. Sapere che non è colpa tua per i tuoi comportamenti disfunzionali è già un sollievo. Notare che ti stai lamentando ti dà la possibilità di rientrare in controllo nella tua vita e prendere le decisioni che credi sui tuoi comportamenti. 2) La seconda cosa è mettere in pratica alcune piccole prescrizioni. Quando ti rendi conto che stai cominciando a lamentarti di qualcosa, chiediti se ti va di stare peggio tra pochi istanti, perché questo è quello che lamentarti provocherà dopo la brevissima soddisfazione che sfogarti ti avrà concesso. 3) Evita come la peste le persone che si lamentano e che ti usano per scaricare la loro insoddisfazione. Se ti trovi in una situazione del genere trova una scusa qualunque per interrompere i tuoi interlocutori o sottraiti all’esposizione della lamentela altrui. 4) Passa all’azione prima che pensieri e parole negativi prendano il sopravvento sulla tua mente. Chiediti se c’è qualcosa che puoi fare in prima persona per risolvere concretamente ciò di cui ti lamenti. Sicuramente troverai alcune risposte e allora indirizza la tua energia su quelle azioni, più che sui tuoi pensieri o sulle tue parole. C’è sempre qualcosa che puoi fare anche se ti stai lamentando di cose enormi e fuori dalla tua portata come l’economia mondiale o i cambiamenti climatici. 5) Comincia a pensare a te stesso come una persona positiva, creativa, costruttiva, capace di assumersi le proprie responsabilità e prendere in mano il proprio destino. Chi si lamenta in genere non vuole prendersi alcuna responsabilità. E se non c’è una soluzione immediata ai problemi di cui ti stavi per lamentare, sicuramente con questo atteggiamento creerai una migliore condizione interiore per te stesso e tutto, dentro e fuori di te, ne beneficerà, a cominciare dalla tua salute e dalle tue relazioni. Lamentarsi crea nel tuo organismo una reazione biochimica tossica e ha un’influenza negativa persino sul tuo sistema immunitario. Inoltre le persone lamentose attirano persone lamentose e sono sicuro che tu aspiri a una migliore compagnia. Sono sicuro che se sei arrivato in fondo alla lettura di questa nota la tua vita comincerà a cambiare in meglio in questo stesso momento.